Storie

La valigia di Chiara

Attrice di fama nazionale, con esperienza sia in campo teatrale sia cinematografico, Chiara De Bonis sperimenta con successo una forma di (meta)teatro in cui i bambini, ma anche gli adulti, fanno un viaggio nelle fiabe di ogni tempo, da lei riscritte e reinterpretate. Immagine e parola si fondono e gli oggetti – tutti rigorosamente da lei decorati, dipinti, modellati – prendono vita. In questo teatro di educazione Chiara è artista a tutto tondo: racconta, recita, crea. Arriva con una valigia dinnanzi al suo pubblico, anzi ai suoi compagni di viaggio: ci sono le piume, i cappelli, un telo azzurro che è cielo ma anche mare, e tanto altro…il suo mondo è tutto là dentro. 
Come nasce l’idea del teatro della fiaba?
Ho sempre avuto la passione per il mondo della fiaba e infantile, oltre che per il ballo, il canto, la recitazione e la pittura. Negli ultimi anni ho messo insieme un po’ tutti questi pezzi: quelli dell’attrice e quelli della pittrice e ho cominciato a illustrare tutto quello che riguarda le fiabe e a fare spettacoli per bambini. La scenografia e gli oggetti scenici sono realizzati interamente da me; dipingo su qualunque superficie: mobili, porte, oggetti riciclati qua e là… Oltre a fare spettacoli, da quest’anno mi occupo anche della formazione: al nuovo teatro “Caffeina” di Viterbo tengo due corsi per bambini dai 6 ai 12 anni. Si tratta di una occasione unica di scoperta (sia per me sia per i bambini) della condivisione e della collaborazione, di come essere un corpo unico ma anche una individualità. Nel 2017 all’interno del Roma Europa Festival Kids, alla sua prima edizione, ho allestito una stanza dei bimbi, con un angolo in cui i bambini-visitatori potevano scegliere di vestire i panni che volevano (fate, elfi ed altri), poi tutti sul letto per partire nel mondo delle fiabe e di lì inizia il racconto. Questa è la formula di teatro che mi piace di più, più del fare l’attrice. 
Hai recentemente riscritto e reinterpretato “Alice nel paese delle meraviglie”.
Alice è il racconto dei racconti che ben si presta atante letture della realtà. Io racconto il mondo di Alice cercando di coinvolgere i bambini, portandoli sulla scena, spiegando cosa è il teatro, uscendo dal personaggio e chiedendo loro di interpretare un ruolo. Sulla scena in una teca c’è un cannocchiale con cui i bambini possono provare a vedere come vedeva Alice. È come condurre per mano i bambini. 
Il tuo sogno nel cassetto?
Vorrei progettare e realizzare un museo delle fiabe su ispirazione del museo di Pamuk ad Istanbul. Lo immagino come un allestimento mobile in cui tutto cambia e tutto può essere vissuto dal bambino, ma anche dagli adulti ovviamente: le stoffe con cui potersi immedesimare in un personaggio, le teche, i quadri, i piccoli mobili, le lampade… Uno spazio di condivisione, di viaggio e di esperienza con e nelle fiabe.

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